- Cos'è la frattura dell'omero prossimale?
- Quali sono i sintomi di una frattura dell'omero prossimale della spalla?
- Che cosa causa una frattura dell’omero prossimale?
- Come si diagnostica una frattura dell’omero prossimale e quali esami servono?
- Quali sono le opzioni di trattamento per una frattura dell’omero prossimale?
- Quanto tempo ci vuole per guarire da una frattura dell’omero prossimale?
- Domande frequenti sulla frattura dell'omero prossimale
Cos'è la frattura dell'omero prossimale?
La frattura dell’omero prossimale è una lesione che interessa la parte superiore dell’omero, l’osso lungo del braccio che si articola con la scapola per formare l’articolazione della spalla. Si tratta di una frattura comune negli anziani, spesso correlata all’osteoporosi.
Questa lesione può coinvolgere, in maniera isolata o combinata, diverse aree anatomiche dell’omero, come il collo anatomico, il collo chirurgico, il tubercolo maggiore e il tubercolo minore. Nelle forme più gravi, la frattura può essere associata a danni ai tendini della cuffia dei rotatori o alla superficie articolare dell'articolazione gleno-omerale.

Quali sono i sintomi di una frattura dell'omero prossimale della spalla?
I sintomi tipici di una frattura dell’omero prossimale sono:
- Dolore acuto e improvviso nella parte alta del braccio o nella spalla;
- Gonfiore e tumefazione della regione prossimale del braccio;
- Limitazione dei movimenti o incapacità di sollevare il braccio;
- Deformità visibile o, nei casi più gravi, accorciamento dell’arto;
- Ecchimosi estesa, che può comparire anche dopo alcune ore o giorni;
- Dolore alla palpazione o al minimo movimento.
In presenza di fratture complesse, potrebbero manifestarsi anche danni vascolari o una lesione del nervo ascellare (con perdita di sensibilità sulla parte laterale della spalla).
Che cosa causa una frattura dell’omero prossimale?
Le cause della frattura dell’omero prossimale possono variare a seconda dell’età e delle condizioni ossee del paziente. In generale, le cause possono essere correlati a traumi a bassa o ad alta energia.
| Tipo di trauma | Esempi e caratteristiche |
| Trauma ad alta energia | Tipico dei soggetti giovani: incidenti stradali, traumi sportivi o cadute da altezze. |
| Trauma a bassa energia | Più comune negli anziani con osteoporosi: caduta da in piedi o urto diretto sulla spalla. |
Oltre alla fragilità ossea dovuta a osteopenia o osteoporosi, altri fattori di rischio da considerare sono:
- Età avanzata;
- Scarsa attività fisica;
- Problemi di equilibrio o dolore agli arti inferiori;
- Precedenti cadute;
- Deficit visivi o uso di farmaci che riducono la vigilanza.
In rari casi, possono associarsi lesioni neurologiche o vascolari, in particolare nei traumi ad alta energia o in presenza di lussazione associata. Le complicanze più temute sono la lesione del plesso brachiale, del nervo ascellare e, più raramente, un danno ai vasi ascellari, che può provocare ematomi pulsanti o segni di ischemia distale.
Le fratture prossimali dell’omero rappresentano circa il 4–5% di tutte le fratture e sono particolarmente frequenti negli individui di età superiore ai 65 anni, in entrambi i sessi. La letteratura scientifica mostra, però, alcune differenze significative tra uomini e donne, sia in termini di incidenza che di prognosi.
Secondo uno studio italiano, queste fratture sono più comuni nelle donne anziane, soprattutto in presenza di osteoporosi o altre condizioni che riducono la densità ossea. Le fratture dell’omero prossimale si associano spesso ad altre fratture da fragilità, come quelle del polso o del femore prossimale, le quali condividono lo stesso meccanismo patogenetico legato alla fragilità ossea.
Al contrario, sebbene la frequenza sia inferiore, la mortalità post-frattura risulta più elevata negli uomini. Questa differenza è stata attribuita non solo a fattori biologici (maggiore massa muscolare e traumi più violenti), ma anche a comorbilità più gravi e a minor aderenza ai percorsi riabilitativi rispetto alle donne.
Inoltre, le proiezioni epidemiologiche indicano che il numero complessivo di fratture prossimali dell’omero è destinato a triplicare nei prossimi 30 anni, a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento dell’aspettativa di vita.
Come si diagnostica una frattura dell’omero prossimale e quali esami servono?
La diagnosi di una frattura dell’omero prossimale si basa principalmente su una valutazione clinica e radiologica. Durante la visita ortopedica, il medico innanzitutto pone delle domande rispetto ai sintomi. Successivamente, tramite un esame obiettivo, l'ortopedico verifica la presenza di dolore, deformità e gonfiore e valuta lo stato neurologico e vascolare del braccio, per escludere lesioni associate ai nervi o ai vasi sanguigni.
Successivamente, potrebbero essere prescritti degli esami di imaging per confermare la diagnosi, definire la gravità della frattura e pianificare il trattamento più adatto.
| Esame diagnostico | Funzione principale |
| Radiografia | Permette di identificare la frattura, il grado di scomposizione e la posizione dei frammenti |
| TAC | Utile nei casi complessi o dubbi: fornisce una visione tridimensionale e aiuta a valutare il grado di consolidamento. |
| Risonanza magnetica | Indispensabile per analizzare le lesioni dei tessuti molli, come tendini della cuffia dei rotatori e legamenti. |
| Ecocolordoppler o Angio-TAC | Servono per verificare eventuali danni vascolari associati, soprattutto nei traumi ad alta energia. |
Il medico può richiedere ulteriori esami (ad esempio, TAC con contrasto o angiografia) nei casi in cui si sospettino lesioni arteriose o ematomi interni non visibili alla semplice radiografia.
Quali sono le opzioni di trattamento per una frattura dell’omero prossimale?
Il trattamento può essere conservativo o chirurgico, a seconda del tipo di frattura, del grado di spostamento dei frammenti e dell’età o livello di attività del paziente.
| Tipo di trattamento | Descrizione e indicazioni |
| Conservativo | Indicato nella maggior parte delle fratture non scomposte o lievemente scomposte. Prevede l’uso di un tutore per 4-6 settimane, associato a un programma di fisioterapia. |
| Chirurgico | Riservato ai casi di frattura scomposta, pluriframmentaria o associata a lussazione. Può essere eseguita con diverse tecniche: osteosintesi con placche o viti, chiodo endomidollare, emiprotesi o protesi inversa di spalla. Nei giovani o negli sportivi si preferisce la riduzione anatomica per preservare la funzione. |
Quanto tempo ci vuole per guarire da una frattura dell’omero prossimale?
La guarigione ossea di solito richiede 8–12 settimane, ma il recupero completo della funzionalità della spalla può richiedere fino a 4–6 mesi, a seconda del tipo di frattura e del trattamento adottato.
| Fase del recupero | Obiettivo principale |
| 0–4 settimane | Immobilizzazione con tutore o fascia, controllo del dolore e del gonfiore. |
| 4–8 settimane | Inizio della fisioterapia con mobilizzazione passiva e assistita. |
| 8–12 settimane | Recupero graduale della forza muscolare e della mobilità attiva. |
| 3–6 mesi | Ripresa funzionale completa e ritorno alle attività quotidiane o sportive leggere. |

Domande frequenti sulla frattura dell'omero prossimale
Quali esercizi o fisioterapia sono raccomandati durante la riabilitazione della frattura dell’omero prossimale?
Il programma riabilitativo comprende inizialmente esercizi passivi (mobilizzazione assistita) per evitare rigidità articolare, seguiti da esercizi attivi e rinforzo muscolare della spalla e della cuffia dei rotatori. La fisioterapia progredisce gradualmente, in base alla tolleranza e alla guarigione ossea.
Quali sono i rischi o le complicanze di una frattura dell’omero prossimale?
- Rigidità articolare;
- Necrosi della testa omerale;
- Pseudoartrosi;
- Lesioni nervose (nervo ascellare o plesso brachiale);
- Infezioni post-operatorie.
Quali fattori possono peggiorare il recupero dopo una frattura dell’omero prossimale?
- Età avanzata;
- Osteoporosi;
- Inosservanza della fisioterapia;
- Fumo;
- Malattie croniche (come il diabete);
- Fratture molto scomposte.
Fonti e bibliografia
- October-December 2016, Vol. 2, N. 4 Ital J Gender-Specific Med 2016;2(4):141-145 doi 10.1723/2696.27567.

