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Lesione di Hill-Sachs: cos'è, sintomi, come si cura


Cos'è la lesione di Hill-Sachs?


La lesione di Hill-Sachs è una frattura da compressione che interessa la testa dell’omero. Si manifesta quando la spalla va incontro a una lussazione, evento durante il quale la testa dell’omero urta con forza contro il margine della cavità glenoidea. Questo impatto provoca una depressione o incavo osseo sulla superficie postero-laterale della testa omerale. Il nome deriva dai radiologi americani Harold Hill e Maurice Sachs, che la descrissero per la prima volta nel 1940.




Quali sono i sintomi di una lesione di Hill-Sachs?


La lesione di Hill-Sachs si manifesta quasi sempre nel contesto di una lussazione della spalla, pertanto i sintomi iniziali coincidono in larga parte con quelli della dislocazione che l’ha causata. L’intensità e la tipologia dei disturbi possono variare in base all’estensione del difetto osseo e alla presenza di altre lesioni associate a carico della spalla. I sintomi più comuni sono:


  • Dolore alla spalla, spesso intenso, che aumenta con il movimento o dopo l’attività fisica;
  • Limitazione dei movimenti, in particolare nelle azioni sopra la testa o di rotazione del braccio;
  • Sensazione di instabilità, con la percezione che la spalla “ceda” o possa lussarsi nuovamente;
  • Debolezza dell’arto superiore, soprattutto durante gli sforzi;
  • Gonfiore e possibile comparsa di lividi nella regione della spalla;
  • Rumori articolari come scatti, crepitii o sensazioni di “incastro” durante il movimento.


Nei casi più gravi o immediatamente dopo la lussazione il paziente potrebbe sperimentare anche:


  • Impossibilità o marcata difficoltà a muovere il braccio;
  • Deformità visibile della spalla;
  • Spasmi muscolari;
  • Formicolio, intorpidimento o riduzione della sensibilità dell’arto, segnali che indicano un possibile coinvolgimento nervoso.


Poiché i sintomi della lesione di Hill-Sachs sono strettamente legati alla lussazione della spalla, la comparsa di dolore intenso o incapacità di muovere il braccio dopo un trauma richiedono sempre una valutazione medica tempestiva.


Quali sono le cause?


La lesione di Hill-Sachs è una conseguenza diretta di una lussazione della spalla, nella maggior parte dei casi in direzione anteriore. La probabilità che questa lesione si verifichi dipende sia dall’evento traumatico sia da fattori predisponenti individuali che aumentano il rischio di lussazione o di instabilità della spalla. Di seguito sono riassunte le principali cause e i fattori di rischio associati alla lesione di Hill-Sachs.


CausaDescrizione
Lussazione anteriore della spallaÈ la causa principale: l’urto tra testa dell’omero e glenoide durante la dislocazione genera il difetto osseo
Traumi e caduteCadute accidentali, urti violenti, incidenti stradali
Attività sportiveSport di contatto (calcio, rugby, hockey), sport con cadute (sci, ginnastica), sport con movimenti sopra la testa (tennis, nuoto, pallavolo)
Movimenti ripetitivi sopra la testaAttività lavorative o sportive con sollecitazioni ripetute della spalla
Lussazioni recidivantiInstabilità cronica della spalla aumenta il rischio e la gravità della lesione
Fattori anatomici o congenitiIpermobilità articolare, lassità legamentosa, condizioni come la sindrome di Ehlers-Danlos
Età e sessoPiù frequente nei soggetti giovani (15–30 anni) e nel genere maschile
Riabilitazione inadeguataRecupero incompleto dopo una prima lussazione, con maggiore rischio di recidive


Uno studio ha analizzato la prevalenza delle lesioni associate alla lussazione anteriore traumatica della spalla, con particolare attenzione alla lesione di Hill-Sachs e alla lesione di Bankart. Gli autori hanno esaminato 22 studi scientifici, per un totale di 1.920 spalle, valutate tramite artroscopia o imaging.


I risultati mostrano che le lesioni di Hill-Sachs e di Bankart sono significativamente più frequenti nei pazienti con lussazioni ricorrenti rispetto a coloro che vanno incontro per la prima volta alla lussazione. In particolare, la lesione di Hill-Sachs è stata riscontrata nell’85% delle lussazioni recidivanti contro il 71% delle prime lussazioni, mentre la lesione di Bankart era presente nel 66% dei casi recidivanti rispetto al 59% delle prime lussazioni. Inoltre, la lesione di Hill-Sachs è risultata più comune nelle lussazioni complete rispetto alle sublussazioni.


Gli autori dello studio, così come gli ortopedici della spalla accreditati dal sito di prenotazioni mediche online EccellenzaMedica.it, suggeriscono che, soprattutto quando una lesione di Hill-Sachs o Bankart è presente già dopo il primo episodio di lussazione, potrebbe essere opportuno considerare precocemente la stabilizzazione chirurgica per ridurre il rischio di peggioramento e di nuove recidive.


Come si effettua la diagnosi?


La diagnosi della lesione di Hill-Sachs è strettamente legata alla diagnosi della lussazione della spalla che ne è all’origine. Poiché i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre lesioni della spalla (lesione della cuffia dei rotatori, sindrome da conflitto subacromiale etc.), è fondamentale un inquadramento accurato da parte dello specialista.


Il primo passo è una visita clinica approfondita, durante la quale il medico raccoglie informazioni su eventuali traumi, precedenti lussazioni, dinamica dell’infortunio e sintomi. Segue l’esame obiettivo, che valuta mobilità, forza muscolare e stabilità della spalla, compatibilmente con il dolore e la fase dell’infortunio. Per confermare la presenza della lesione di Hill-Sachs e definirne le caratteristiche, potrebbero essere necessari alcuni esami di imaging tra cui:


  • Radiografia, spesso il primo esame che viene eseguito e che può evidenziare il difetto osseo sulla testa dell’omero;
  • Risonanza magnetica, particolarmente utile per valutare con precisione l’estensione della lesione e l’eventuale coinvolgimento di tessuti molli associati;
  • Tomografia computerizzata, impiegata per studiare in modo dettagliato la componente ossea, soprattutto nei casi più complessi.


Come si cura la lesione di Hill Sachs?


Il trattamento della lesione di Hill-Sachs dipende principalmente da dimensione del difetto osseo, grado di instabilità della spalla e presenza di lesioni associate (come danni al labbro glenoideo o perdita di osso della glenoide). In molti casi la lesione non richiede un intervento diretto sull’osso, ma viene gestita trattando correttamente la lussazione della spalla e recuperando la stabilità articolare. Solo nelle forme più estese o in presenza di lussazioni recidivanti può rendersi necessario un trattamento chirurgico.


Tipologia di trattamentoOpzioni terapeutiche
Trattamenti conservativi (non chirurgici)
  • Riposizionamento della spalla (riduzione della lussazione);
  • Immobilizzazione temporanea con tutore;
  • Farmaci antinfiammatori e antidolorifici;
  • Fisioterapia per recupero della mobilità e rinforzo della cuffia dei rotatori;
  • Rieducazione neuromuscolare per migliorare la stabilità articolare;
  • Modifica o sospensione temporanea delle attività a rischio
Trattamenti non conservativi (chirurgici)
  • Artroscopia di spalla per stabilizzazione;
  • Procedura di remplissage per riempire il difetto osseo;
  • Innesto osseo della testa omerale;
  • Interventi di stabilizzazione glenoidea (come Latarjet) in caso di danno associato;
  • Protesi di spalla nei casi più gravi.


Quanto tempo serve per guarire dalla lesione di Hill-Sachs?


I tempi di guarigione della lesione di Hill-Sachs possono variare sensibilmente in base a diversi fattori, tra cui gravità del difetto osseo, presenza di lesioni associate, tipo di trattamento effettuato (conservativo o chirurgico) e condizioni generali del paziente. Non esiste quindi un tempo di recupero uguale per tutti, ma è possibile fornire alcune indicazioni generali.


Nei casi trattati in modo conservativo, il recupero richiede in genere alcuni mesi. Dopo la lussazione, la spalla viene inizialmente immobilizzata con un tutore per alcune settimane. Si passa, poi, alla fisioterapia che inizia con movimenti passivi, prosegue con esercizi di mobilità controllata e culmina nel rinforzo dei muscoli della spalla, fondamentali per prevenire nuove instabilità.


In caso di intervento chirurgico, i tempi di recupero tendono ad allungarsi. Dopo l’operazione, la spalla viene solitamente immobilizzata per un periodo compreso tra 3 e 6 settimane, seguito da una riabilitazione strutturata che può durare diversi mesi. In media, il ritorno alle normali attività quotidiane richiede circa 3 mesi, mentre per le attività sportive o più impegnative possono essere necessari 4–6 mesi, a seconda del tipo di intervento e della risposta individuale.


Con un percorso terapeutico adeguato, la maggior parte dei pazienti riesce a recuperare una buona funzionalità della spalla e a ridurre significativamente il rischio di nuove lussazioni.


esercizi per lesione di Hill Sachs


Domande frequenti


Quali sono le differenze tra la lesione di Hill-Sachs e la lesione di Bankart?


La lesione di Hill-Sachs interessa l’osso (testa dell’omero) ed è una frattura da compressione causata dall’urto contro la glenoide durante la lussazione. La lesione di Bankart, invece, riguarda il labbro glenoideo, cioè la struttura cartilaginea che stabilizza l’articolazione. Le due lesioni spesso coesistono e sono entrambe legate alla lussazione anteriore della spalla.


Come posso prevenire la lesione di Hill Sachs?


La prevenzione si basa soprattutto sulla riduzione del rischio di lussazione della spalla: rinforzo dei muscoli della spalla, corretta tecnica sportiva, uso di protezioni negli sport di contatto ed evitare movimenti o attività ad alto rischio non controllati.


Quali sono le complicazioni?


Se non trattata correttamente, una lesione di Hill-Sachs può causare lussazioni recidivanti, instabilità cronica della spalla, dolore persistente, aumento del rischio di lesioni della cuffia dei rotatori e, nel lungo periodo, sviluppo di artrosi della spalla o necessità di ulteriori interventi chirurgici.


Fonti e bibliografia


  • Rutgers, Cain et al. “Recurrence in traumatic anterior shoulder dislocations increases the prevalence of Hill-Sachs and Bankart lesions: a systematic review and meta-analysis.” Knee surgery, sports traumatology, arthroscopy : official journal of the ESSKA vol. 30,6 (2022): 2130-2140. doi:10.1007/s00167-021-06847-7.

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